S'apre questa mano
e vedo fiumi in secca come il mio disco rotto
senza ghiaccio e tuoni ma lampi e meri abbagli
Ingigantisco il tempo per arpionare il cielo
-il primo da trovarsi, tanto oramai é pioggia-
Non credo sia l'aroma delle divergenze
a spazzolare l'anima di un calamaio aperto
Per ogni goccia o briciola di luna che si spezza
cestino le vocali e rantolo un perché
-non mi risponda un cielo che tanto ormai era pioggia-

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