Visualizzazioni ultima settimana

venerdì 26 maggio 2017






Rima



rimbalzi noce al mallo nell'esserti uscita
ripulendo l'ego e i suoni suoi contorni

A volte vedo un baffo fra tanto verbo e ardire
e della mente mia nefasti fai gli allori
sempre che la mano un dì -che so- si svegli
scarabocchiando il verso atto ad introdurti

-Il canto mio poetico faccia di me un profeta
che all'imbiondir parabole si rifocilli il mento-













Dove la terra muore



Son sordi i rii fra verdi a capovalle
dove l'acqua serpeggia seducendo pietre e alpeggi
Le felci ancora sanno celare dei segreti
e il pino mugo dona incalzante il suo sapore

Nitidi e ancestrali i passi fanno presa
nel sentire lembi d'ataviche giornate
Sorseggio il retrogusto in catrame di quel vino
che tanto inebriava il mio calice ed il volto
spezzandomi -di lama- brumosi prati incolti


















Di vento diventò



Inciampai sul ciottolo al passato
finendo in abito ad un'angusta via
che mi dettava quale fosse il firmamento
per tingersi la cute di finestre

Il luccicare atavico d'un vicolo
pareva tinteggiarmi un'orizzonte
ma verticale io ed i miei calli
finimmo a regalare gli occhi a un dio

Qual fosse non so ma mi agganciai
all'unica catena di un sorriso
ma Eolo mi sorprese e in corpo al cielo
di vento diventò il labbro a falce


  



venerdì 12 maggio 2017

















Del circonciso giorno   ( dedicata a E. I. )



Ci sono amori che l'amore non chiama per nome
perchè il sesso non ha un volume
non ha intensità né destino

Ci sono amori che la mente sceglie in combutta al cuore
e non muoiono nemmeno innanzi al feretro
che non sai di che colore la morte ha coperto

e non hai palpebre per non vedere né gioni in cui non sentire
Non scende mai la tenda del circonciso giorno
quello dove un gatto miagola ma dentro è volpe
















Mia voce, mio coro



L'ascolto ogni giorno, ogni sommo istante
che la vela é maestra e non ripudia il mare;
si slegano corde d'archi e violini
-voce amaranto tende ali e note-

Accede quel nero a crome e pennini
mentre un mare riversa in me la sua onda
e giaccio imbrunita di sacro inchino

-selvaggia ora prego negandomi un dio-



venerdì 5 maggio 2017






S'apre questa mano



e vedo fiumi in secca come il mio disco rotto
senza ghiaccio e tuoni ma lampi e meri abbagli
Ingigantisco il tempo per arpionare il cielo
-il primo da trovarsi, tanto oramai é pioggia-

Non credo sia l'aroma delle divergenze
a spazzolare l'anima di un calamaio aperto
Per ogni goccia o briciola di luna che si spezza
cestino le vocali e rantolo un perché
-non mi risponda un cielo che tanto ormai era pioggia-



mercoledì 3 maggio 2017





Campo



Neve
nuda di freddo
Lunga e impervia la scalinata di Mauthausen
dove l'anima dei morti anticipati proferiva l'ultima boccata d'aria

Lo sguardo del potere nero vegliava l'ancora di vita
tra muri e trame in filo spinato che attorcigliavano le baracche allineate

Neve
bianca sulle montagne d'occhiale - tondi - ove la vista fu eterna prigioniera

Silenzio
perpetuo.