La mano,
targa di una vita - misteroso
destino che le carte non leggono ancora - e poi tu
quadro di dama sul quale
scivolano i piedi del gioco come pattini in lama su ghiaccio
Remano contro le braccia di
Ulisse che mai raggiunsero terra ferma nei verbi in periodi
di periodi fermi, taciti e
guardinghi
come passeggiate in lungomare
dove pesci muti di voce e forma
stanno
Mi acceco del riverbero di un nulla che fa ombra nello starnutire l'ultima tinta di bianco

Nessun commento:
Posta un commento