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sabato 26 maggio 2018




Dolenti amori



Cantami, o verso
del pelide vivermi l'ossa dello sterno
ove mani su tasti neri e bianchi
diedero all'estro
melodiche armonie

Tinsero di fusa letti a castello
libri e spartiti in dolenti amori
persi
appesi all'unghia della sera

La clessidra in sabbia assente
continua a disegnarmi l'ora nona
-sempre più viva
vicina
caduca
eterea-
tomba della terra













Eccoli quegli uomini



-Scusa, qual è il tuo Dio?
-Ah, ok, non importa il nome
-e quando diventasti donna?
-Ah...il capo coperto
- non solo quello??

Infibulazione

A crudo
a capo scoperto
con fuori unghie e denti

Chi di noi t'ascoltò?
Ed io che feci?
che faccio?
Sei figlia
mia
anche

Vorrei asciugare le tue lacrime e il tuo sangue
qui
in questo mondo che non ammette che una donna viva
qui
dove se solo sorridi diventi donna “facile”

dove se metti una gonna significa darsi
dove l'uomo riesce ad erigere il suo membro
solo con puttane.

Eccoli, quegli uomini.













(per quanto mi chiamasti madre?)



[Nelle frange del mio “ero” t'aiutarono a spegnerti
e all'orecchio più non giungesti
ma quelle mani a strattonarti
a possederti il mio amore
sono ancora sporche]

-Sono pallida e scura di cuore-



Toglimi da dosso di te

delle tue frasi in stalattiti
conficcate in sede di mia genetica
che sudano gocce di madre
ma tu non le vedi nè le senti
e c'è un perchè

lungo come i fili che mi muovevano
i tuoi
e le tue mani mai parlarono d'amore alle ciocche
quelle mie
che fui tua
ed ora danzano colombe senz'ali.
Solo.



















In fior di luna



In tramontana d'oggi e domani
guardo e spero un tuo guffare
Sentire dentro quelle tenaglie
a mordermi il Vasco che mi tormenta

Vorrei ungermi di te
del tuo passare
sperare tu sia il Dio del morsicarmi labbra
ma il domani sveglia


Sveglia l'addio ai tempi lunghi
che sulle ciglia solcano perchè
ed io rimango
qui
in fior di luna
a contare piume alle mie stelle












D'inguine e seni



L'amore è una padella che brucia
di quelle che ti vendono - inaderenti-
e da qui al prossimo minuto scopri che lacera
distrugge l'animo steso in cottura

L'amore
è un manico di caffettiera a sciogliersi
quando resta scostato dal centro
e più si scalda e più l'odore di bruciato inonda

E' la gioia dei tristi felici
degli assoli in luogo stagno
l'ombra che cerchi nei tondi di note
una parure che mai indossi

L'amore è l'anima dei desideri incisi
su di un albero di tenero cuore
Profumo d'inguine e seni