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giovedì 10 agosto 2017






Ruota dei sensi



l'unico cerchio che va roteando
è quello di lingua a mordermi il labbro
E' pioggia che piove nel verso del tango
in senso contrario
e a regola d'ora

Vorrei fosse il tempo ad essere morso
oppure la viola ad assumere spine
ma il ritmo procede ansimandomi un “forse”
ed io torno ad essere ruota dei sensi













Diversamente amore



Ho steso a seccare le rose
ché tanto anche silenti
sono gioie allo sguardo

Una la poserò sopra il mio libro chiuso
perchè non sia dimenticanza d'aprire
sbriciolandola nell'attender morsi

La seconda innanzi ai cuori amati
che solo al loro buio lei vedranno
senza capire morte

L'ultima
fra le cosce del seno












Ad imbiondir lo cielo



Libera è la mano ed il mio polso
da catene ad inchiodare il possessivo
ma le cicatrici pulsano ogni giorno
ad ogni prigionia nel farsi ostacolo

Nefandezze avrei da raccontare
ma nell'assecondare il giorno a vivere
raccolgo briciole di dolce
memore d'affetto carcerato

Strizza la luna alla mia stella questa sera
Fa che m'ami quanto il desio mi comanda
rifocillando in succo di risveglio
desuete voci ad imbiondir lo cielo













Fra calici




Anche il soffrire a versi mi dipinge il torace
Son scherzi del poeta che abita l'amare
tra lenzuola a spigoli e scheggie a legno il letto

Voglio la trapunta rosa e sotto gambe
che taglino via il loro sfregarsi di carezze
che al virgolar del giorno si stendano a riposo
senza curarsi in vaghe tristezze e miserie

Ti trovo fra le foglie del verbo d'infinito
in torbidi ritagli di stagione
fra calici a coprire un tondo in tela
in schiena all'orbita d'onirico pensiero
a capolinea d'esilio











Fa di me una notte



Voglio l’anima

La nostra

Voglio un’arrossir di labbra
nel vibrarsi accanto
come carne su fuoco
ancora acerbo

Voglio i tuoi timori
le tue piume
le ali tese

I tuoi respiri
del silenzioso fare notte
quando ogni stella sogna luce
e muore il lutto









Credo



nelle paludi dove passo il buio
che narrano eterna disfatta del male
aggancio il legno d'un crocefisso al muro
-a ricamo d'arcaici mantra
nel viaggiare di millenni e oltre-


Freme la mano sorreggendo Cristo
al narrare di storia che lo inchioda ad assi
ogni giorno
ogni volta che suona fino a tre la sua ora

Il polso che nudo circuisce sguardi
ritaglia ogni batter di nanosecondi
e d'una candela mordo fiamma











Due punti



e quando non senti che ventole d'aria
in tormento a calure d'atmosfera sgonfia
dove i nidi s'azzardano ad essere culla
e il vento lo tagliano lame di grano

dimezzi la fame
le travi nascoste
e fulmini intrisi a nebbia di boschi
d'illogiche cime
di lava che brulica
in terra che plasma

e non trovo piramidi o torri nè Icaro
ed ho solo stelle come medaglie
di guerre sepolte
mai morte
mai vinte
mai soli che ambrino
solo