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martedì 25 aprile 2017







Cinquanta e più storie



Ha preso la vita cinquanta e più storie

Pinocchio ha paura dei miei lunghi musi
-quelli del giorno appesi ai jeans
sdruciti ed amati come san fare gli anni-

S'impigliano brividi e storie a quel rigo
lungo la schiena che s'alza e s'inarca
e il verbo zittisce di glicine e giallo







  

lunedì 24 aprile 2017





Gira la chiave



Gira gira 

gira la luna 
e gira con essa il mio capo asceso. 

Gira la giostra e la ruota del carro 
quello che lento osserva i cavalli 
-di razza e le chiome d'alto lignaggio- 

La mano offre ansiosa il mio palmo 
che ora da quando chiede quel destro 
anche la foglia d'acero alluse 
< darò a te carezze di caduchi amanti 
serrati nel loro bilingue languore > 

Gira gira 
e rigira la voglia 
quella del rendermi capo a me stessa 
del mettere in mano la chiave al mio tempo






venerdì 14 aprile 2017







Delle tue braccia    ( dedicata a mio padre )



Il tempo ha lasciato solo bistre impronte 
di te, delle tue braccia 
del giorno che non fu 

I figli in coda al dolo ed io 
sorella acerba e ignara 
nemmeno un pigolio 

Cos'era a dare il cambio 
al volo degli stormi 
al suono delle voci? 

Il mantra poi -­negli anni- divenne identità 
ma non portasti me



















Tramami a tela



Rompi quel filo e tramami a tela

Riversa nello spazio fra me e il tempo
il tempio
di me e delle mie ragioni ma
ma dimmi, dimmi qual è la chiave del tuo lucchetto
per arrivarti
per giungere al lido
allo spazio per tenderti
al sapere del dirti

Ti comprendo e riparte il vagone di storie
quelle del mio fare e dove

Ama le mie pieghe e la mia vertigine
avvinghiata d'illusione d'esserci
e ponimi di fronte all'altare
che di me fa agnello e gregge



















Figli rubati all'Ave



Lo senti il miagolio dei figli rubati?
Non è sera la notte e gli occhi
trafitti da freccia di balestra
serrati come bocca che digrigna denti

e non c'è un oggi a trattenere dolori persi
nè un domani a sgranare l'Ave

Sono anime figli d'anima persi in ossei labirinti
e quando pensi che l'uscita abbia traccia
le cinque dita a schiaffo ti slacciano i perchè













Non è nemmeno sera



Se ancor piange la luna chi mi farà da culla?
I miei sogni di letto son meretrici in strada
nel vender vanitose dolce tormento al vizio

La mente va a stagioni e non è un fiore a farne astri
È canna al vento
in aria di tempesta
che recita certezze d'un rischiaro

ma dura è la discesa di quel granello ed io
rimpasto le mie dita rinate a fango e argilla