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lunedì 22 dicembre 2014













Nella coda del giorno





così capitava di fermarmi ma il gelo inchiodava il respiro

Pensavo fosse bianco il tepore dell'alma fra piume candide a merlo di un cigno

Dimmi ove sorge il paese del bianco che lacca ogni sguardo

ogni riso
dove sorge il canto del sole staccandosi da lacrima adulta

Adultera


Adulta nella goffaggine sua dimensione d'essere
e nessun palmo devoto ad un'asciutta carezza
dove guadi il sorriso piccante di una tenera e ossuta carne











sabato 4 ottobre 2014














A volte mi sorge un turchese




e mi getti lì come farina sul presepe come zucchero fine sulla torta di famiglia
Polvere
trama di tela neutra
Rondine senza tetto nel farsi aquila al proprio volo

Così le mani raccolgono sassi levigati da altre mani
-raccolti da altre mani- senza didascalia per spremerne il volto
Il vizio
La prece comanda l'ozio e la vista non brucia al sale
A volte mi sorge un turchese












                                                                           
             

lunedì 11 agosto 2014

                                                                                 















ed erano i frutti




Ma chi...
chi spalanca finestre la mattina?
Chi sveglia le mie palpebre coi bagliori di un alba sobria e solitaria?
Non la luce di un lampione allarga la visione d'occhi salmastri d'alghe

Mi han tolto la rabbia accesa delle ciliegie acerbe
di pallide fragole consumate nel primo tempo che conservano i sapori della selvaggia infanzia
ed erano i frutti dopo i fiori e i fiori dopo i rami
e le camelie a bisticciar di rose

e se il canto non finisse
Giungo a tregua


















martedì 1 luglio 2014


 





                                                        



Quattro sponde
 


la mia notte è un cilindrico "dove"
ove girotondano ghirlande in rose ed intrecci d'erba nel vorticoso sfuggire al perpetuo calare
di fiocchi e foglie
Ampio cerchio la mia notte dove fedi di amanti sorseggiano un flut












giovedì 19 giugno 2014










 In assenza di spezie e voglie



qui
dove il vento ammazza traiettorie
resto a contarmi sulle unghie gli attimi
fingendomi sagra di una sacra festa dove

le persiane hanno spiragli di minima luce -lume rauco-
e l'assenza di spezie e voglie colmano centotre vasi di pandora
Un gingillo di ciliegia sulla mia testa




venerdì 13 giugno 2014


 











La nebbia degli amori spenti

 

che si sdraia su resti -vasi- di budelli in ciottolato granata
dove nemmeno si ferma un fiore o un aculeo di rosa o
sulle crune di uno sbriciolato vivere che non si lascia rubare un respiro

Forse è la nebbia degli amori spenti a farmi mulinello
o forse -dico forse- è solo l'alba di una nuova ombra
che chissà dove ha lasciato il suo "no"













                                                                                       

lunedì 26 maggio 2014




 









 Bancarelle



Accendo una "siga" sfregandomi un verso quando
metto distanze tra un rombo a scoppio e la mia fronte
Sono sparse in pezzi su banchi macerie d'un passato a due e quattro ruote
che tornano in vita fra sapute mani
Un cerchio d'occhi in mezzo a visi e gambe mentre mi concedo un saluto





venerdì 23 maggio 2014


 
















Di ceneri e rose



Paure s'accendono come fuoco di fumo a sera

Se guardi le immobili pianure farsi monti
l'aculeo bigio d'un domani incerto di sole s'allarga
Ecco la volta delle creature ingorde di suoni -e ciglia-
che a volte pesano sul mio asse e a volte ne misurano l'assenza
Sali nel grigio mio vestire che danza fra scalze dune e
nell'illuminarsi d'un tachicardico verde
stringimi nel tuo vagare fra ceneri e rose

















lunedì 12 maggio 2014


 










Nell'estivo verde




Mi bisbiglia il ramo una frase in infinito
La senti nel cammino, nel navigare acque dirigendo una foglia al vento che di vento nulla sa
Le rughe ne hanno viste di mietiture e campi alla semina -in granelli-





lunedì 5 maggio 2014


 


  








Nota




Non hai detto di sedermi
Sai che non si può fermare a lungo l'anca dello sfiorarti ciglia
-culla del tuo plumbeo-
E quelle fragole di guance che si stendono...





lunedì 28 aprile 2014


 











Piovendo
 


Obliqua a tutto
quando sfasa l'immagine che si guarda nell'iride e sei tu che invece ti chini a sinistra
sapendo che è la destra a consolarti
Primula di grano    Acqua dell'acqua     Fronte di ogni fonte
La fontana il traguardo -dove ti comanderò-




venerdì 18 aprile 2014


 












Non morire tra le cosce del domani



Le ombre sono pigre nell'adagiarsi a fianco poichè
lo spazio si dimezza quando la forbice stringe le braccia e
a volte sono quelle di lama lunga che miracolano nello sminuzzare carta ma
temibili come falangi attigue

Pure ieri m'ha sfregiata -del sole- il disco






mercoledì 9 aprile 2014














Come gatti



Mi davi l'edera dei perchè nell'arrossir di cielo 

e bicchieri in sonnecchio fra bottiglie a trentatré ascoltavano respiri -trame in fumo-
Nell'attenderci non tornavamo mai davvero

Ho chiuso la spelonca che filtrava ragni senza tela
e ho lasciato che le rondini s'ammutolissero sul tetto -che il viaggiare stanca-





venerdì 28 marzo 2014


 











 Ora, non prima e non dopo


La slaccio ora la schiena -che a terra l'erba del giorno per me si fa nuova-
Altri gigli, altre rose d'essenza magenta varcano lo stringersi
del ponticciuolo che delimita la mia proprietà


sabato 22 marzo 2014


                                                                                  
Episodio



Ancora ti rispecchi Narciso alle mie acque
e del solenne volto gli occhi fanno tana
Dammi ore d'onda tra i fili dello stagno
dove rincorrevi cigno e il bianco suo allargarsi

Nel muricciuolo denso di color mattone
stavo inquietamente osservando il movimento
ma l'acqua mi travolse -in vortice- e breve fu il domani





venerdì 14 marzo 2014









Sventolio d'ali
 


Mettimi pure un numero e dammi il pianeta che vuoi
Non sarò mai una vergine che s'allunga ad un leone
nè un pesce che si spegne agonizzando in un acquario

Ponimi come specchio sul camino ardente
avendo per gendarmi due larghi lumi accesi
Ardere e ardire di legno arreso al fuoco
mentre il bollitore sbuffa l'ultimo fischio





 



                                                                                          

























                                                                                                 

domenica 23 febbraio 2014

                                





                                                                                                







Di un'assenza
 


ed ora lasciamoli nudi i numeri dell'agenda
L'albero non mi chiama ma forse i tuoi morsi si
e mai mai mai mi finisce la stagione e mai -mai mai- si allontanano i gabbiani
Tu reggimi il gambo del quadrifoglio





martedì 11 febbraio 2014



 


                                                                                     









La fine



di nevicate in scartoffie e dei loro colori munti
dello sciacquare fra grigie ed intersecate rocce -nello scorrersi d'acque panni d'arsi sorrisi-
Butto la giacca sul primo mucchio di nulla e mi allungo alla sera






venerdì 31 gennaio 2014



 















Di giorni ed ombre pigri



Arrivano a manca voli di gazze-ladre
Vittime amori ingialliti a macchia di leopardo
gocciolate come ora i fiocchi -giocandosi distanze- intrappolate fra le ruote del carro












giovedì 16 gennaio 2014

 



                                                                                   










Di me che rifletto



Apriti figlia d'ozio sposato
Ranuncoli di virgole a capo tingono a terra il bianco
e figli d'edera trovano abbraccio fra una capriola di sole e un rigurgito giada
Ah...questa pioggia che mai mi cade

sabato 4 gennaio 2014

Dopo



quelle ore che digrignano i denti quando il battacchio chiama
costellano cori i "DAN" -pizzichio d'aria al naso-
Cammina basso il vento del ciglio a neve bianca
sotto la stanza dei "SE" che intorpidisce il dolo
Ricca è la spiaggia delle comete morte
                                        dei figli assenti
                         dei baci appesi agli aghi
Ricca è la morte



                                                                                                                                 
Bolle d'asfalto



Bolle l'asfalto delle camicie smesse di voglie incastonate come labbra d'oriente
fra schemi di freddo argento appannato al tempo
Abbandonate e stanche le rime di traverso risalgono il ponte
ove s'intravede la vecchia ruota del mulino   zitta








       

                                                        









Rilievi 



Documenti d'antichi rilievi -incisione su rame ingannevole oro-
si lasciano sfogliare dall'acido e stanco sguardo del mio occhio destro
Tutte le frasi fioriscono parole   verbi acerbi   vocali tritate   e tutti i verbi
si rincorrono al logorio di faticosa lettura inciampando sullo strascico in tulle imbrunito
Ho ancora il fiocco






 









Ancorami



Questa la bufera del principio attivo

vìola l'arcaica memoria dell'androne di casa primitiva stravolgendo
il sublime intento del dettar di tempo ancorandosi
alle comete arrampicate a fiocchi nell'attendere coltre in bianco ad inghiottirle

Se solo, se solo la mia mano potesse tingere il busto d'un pettirosso