Carla Aita: dalla piuma alle dita *** ninfa_41@libero.it *** (ogni immagine è reperibile in rete)
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sabato 4 maggio 2019
Che di te mi riposi
e ti fermasti allor sulla mia pelle
come colore di mora alla bocca
Non scese buio per me quella notte
ma il gioco a professare preda
Se l'occhio tuo non frena del guardarmi
farò tacere l'antro degli addobbi
quelli a festa ad amoreggiare l'asse
che d'altalena si fa distinguere ogn'ora
Scavami la fossa che di te mi riposi
e t'amo che ti amo
Dietro la finestra l'anta -socchiusa. ora aperta-
Sdraiata nell'immagine del vetro
scorgo in altri occhi il verde dei tuoi pensieri,
di lacrima
Vedo il rosso attorno alle mie pupille
labbra
lingua
cuore
Mettimi la nebbia tra le cosce
la tua mano al ginocchio e alla caviglia l'altra
così sarò legata
legata da un pensiero a te, alle tue mani
al tuo corpo
alla parte che posso avere
Schiodami da queste assi, da questa porta
chiusa
senza vetri -tutto legno... strisce, solo strisce-
Senza fessure, spifferi
angoli né luce
Tutto liscio
quadrato
Addormentati su me come tegola sul tetto
come coppo
curvo
accovacciato
steso solo ad ascoltare i giorni
mattine
minuti
ombre
Spifferi d'erba
L'urlo del verbo a me si preme
nel mentre affiora brama di canto
La voce ha suono e volto nelle fibre piene di notte
di note
di vespri in speme che al DO MI SOL porta
me
e l'ugola che culla il vento -spifferi d'erba munta-
e lì giaccio
sdraiata in loco che mi depose un fato a stelle
-trine e punto croce-
Ahhh
otre in vino ad inneggiar manto del canto
Labbra tese e cuore arso
Nuda
Salvami questa notte
Si vive di speranze in queste lunghe ore a futuro
I suoni si sciolgono ed io non so il tuo nome.
Si spezzano pensieri e frasi
quando si rubano alla sera e
e non s'accorciano versi né ali d'angelo a calar di steli
M'hai rubata alla luna in fari spenti
ignari d'alba tra colline che disegnavo infante
che ancor colorano le rughe in punta a dita
Sempre sorgeva e risorge in me l'affanno di reduci mie vite
d'albori mancati o persi
ma salvami questa notte.
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