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sabato 4 maggio 2019






e non sai di carezzarmi labbro



La disperazione d'adunca foglia
figlia di resina in testa al pianto
madre al virgulto d'opale in emisfero opaco
e non tacesti né mai ti tacqui
e nemmeno l'ombra ti fece notte seco.
Non di rabbrividir rubino tingesti l'unghie
nulla.
E non sai di carezzarmi labbro.














Piove ma continua il tango



Sei danza mia continua
quella di aquiloni
rondini che ad ogni batter d'ali fan primavera

Non mi catturi e fra le mani tue non sguscio
Piccola
ignuda
in tenace guardia volo te
mentre piove e continua il tango
















Sgranando rosari in edera



Calici a primavera serrano rue a viandanti
Riversi
privi all'interno di vite il succo
senza tondi alla tovaglia

Fior di pistilli s'aprono al nord, c'avanza
-sole di mandorle... zucchero a granella-
sfilando a sera d'ansia l'abito















Che di te mi riposi



e ti fermasti allor sulla mia pelle
come colore di mora alla bocca
Non scese buio per me quella notte
ma il gioco a professare preda

Se l'occhio tuo non frena del guardarmi
farò tacere l'antro degli addobbi
quelli a festa ad amoreggiare l'asse
che d'altalena si fa distinguere ogn'ora

Scavami la fossa che di te mi riposi














Addormentarti del mio guanciale



Vorrei una casa in forma di favola
con coppi a spiovere su grondaie 

Vorrei una favola di rame d'oro 
come pentola di polenta:
neve ai monti e cuore in alto
pronto a giocarsi la piuma d'oca
-addormentarti del mio guanciale-













Ad intenerir magnolia



Alberi e verde a costeggiar di sogno
senza peli all'occhio
guidavano ad elfi e ninfa
-assenti d'aroma in viola nuovi morsi a fiori- 

Erano querce d'ombra
rami a sovrastarmi il biondo
agganci di chitarra a intenerir magnolia













e t'amo che ti amo



Dietro la finestra l'anta -socchiusa. ora aperta-
Sdraiata nell'immagine del vetro 
scorgo in altri occhi il verde dei tuoi pensieri, 
di lacrima
Vedo il rosso attorno alle mie pupille 
labbra
lingua
cuore

Mettimi la nebbia tra le cosce
la tua mano al ginocchio e alla caviglia l'altra
così sarò legata
legata da un pensiero a te, alle tue mani
al tuo corpo 
alla parte che posso avere

Schiodami da queste assi, da questa porta
chiusa
senza vetri -tutto legno... strisce, solo strisce-
Senza fessure, spifferi
angoli né luce
Tutto liscio
quadrato

Addormentati su me come tegola sul tetto
come coppo
curvo
accovacciato
steso solo ad ascoltare i giorni 
mattine 
minuti
ombre















Spifferi d'erba



L'urlo del verbo a me si preme
nel mentre affiora brama di canto
La voce ha suono e volto nelle fibre piene di notte
di note
di vespri in speme che al DO MI SOL porta
me
e l'ugola che culla il vento -spifferi d'erba munta-

e lì giaccio 
sdraiata in loco che mi depose un fato a stelle
-trine e punto croce-
Ahhh
otre in vino ad inneggiar manto del canto
Labbra tese e cuore arso

Nuda














Salvami questa notte



Si vive di speranze in queste lunghe ore a futuro
I suoni si sciolgono ed io non so il tuo nome.

Si spezzano pensieri e frasi
quando si rubano alla sera e
e non s'accorciano versi né ali d'angelo a calar di steli

M'hai rubata alla luna in fari spenti
ignari d'alba tra colline che disegnavo infante
che ancor colorano le rughe in punta a dita
Sempre sorgeva e risorge in me l'affanno di reduci mie vite
d'albori mancati o persi
ma salvami questa notte.













Su desio che circolando preme



Porgi mano di pioggia sotto nube di salici in cruccio
Muri a terra
foglie a danzar stagione

Non va seguendo la mia stretta
ciò che di tuo è il tuo
ma il desio che circolando preme
smembrerà la più piccola attesa d'obolo