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mercoledì 2 gennaio 2019





Stuzzicar di giglio     (osservando "House in Ruel" di Manet)



ed i tuoi passi accanto
come di rosa corposo gambo
poggiati al braccio mio a condurre

Del pomeriggio ombra d'amante
lega lo sguardo in te cherubino
e in verde di ciclamino spicca
-verde di fiamma arde il fato-

Senti le foglie al vibrare d'ale?
Piccoli e scaltri i piccoli alati passano
da cespo a ramo
e mi sovviene lo stuzzicar di giglio














Cet hiver



s'agita tra fianchi e gonadi cet hiver
come magie all'ultimo piano di grattacielo
come all'ultimo cielo, all'ultimo vuoto

All'ultimo dell'anno, quello solare
con redini a terra e cicche azzurre
light -una cosa alta, il fumo-
Scuote l'autrice il capo a ricercare un Nord














Ascolta



l'acqua che scorre su piume battenti
d'ali
su piaghe del rintoccarmi amore

quando stagna sulle rive il sole interno
Le fiabe di nonni -avi perduti-
su battenti di persiane arcaiche

Su ceneri d'albe e scuro persi
guardinghi
a sperare luminarie di strade a festa

Cigni
Bianchi













Farò di me ferita  (osservando "Ninfee bianche" di Monet)



Di ninfa l'ardita essenza si fece in me mordace

Specchi a petali fecero trama
nel piatto germogliare di colore e rima
-ch'io non veda terra
coi piedi e colla testa-

Come velieri i sogni si vestono in colore
e all'acque lo stagnare
assume suono e voce

Di chi t'ascolta -e tacque- farò di me ferita