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domenica 9 ottobre 2016









Come sapone di marsiglia


come sapone di marsiglia nelle mani
ti sento ancora ottobre alle mie ciglia
L'emozione del tingersi d'un quadro
nel rivelarsi menti ed occhi alle tue foglie

È così che la chitarra e quel muretto
annebbiano ed ombreggiano i ricordi
che nell'aureo riflesso delle secche
vanno a serpentare toni rossi

Mi narrano le stanche braccia e mani
il correre d'un anno impietosito
da morsi ripetuti alle mie labbra
di carne a risognarsi il dolce



domenica 25 settembre 2016













Cantando



Non era il vento a schiaffeggiarmi - allora -
ma pentagrammi in foglie ad imbiondir stagioni
e fra le fresche chiome del cantare
erano crome, sincopi e sintassi

Pure la strada si manteneva in bilico
senza cadere al kilometro pungente
mentre il mantra di menti voci e suoni
stendevano le trame a stelle della notte
Racconti di labbra e fumo



domenica 18 settembre 2016












La guancia del settembre



Alzano i tacchi scarpe a un sole che non s'alza mai
rimanendo fra cirri di bambagia a snocciolarsi il giorno
Cadono sette rime di quattro settimane
riverse sul giglio che mi condanna il bianco
esule di ganci e accappatoi appesi
La guancia del settembre mi ricondanna al limbo
in terra di nessuno
















Le ali a un giunco



Un giorno appenderò le ali a un giunco
che le braccia non debbano allungarsi nel mietere speranza
nè sfiorare terra di contorno
La brezza a spezie d'orto ­- così - si posi
al sasso buono della strada



venerdì 2 settembre 2016





Rimane il danzare penisole in dubbi



Un prato brinato ora morso dal freddo m'ispira a sospendermi d'ombra


Pareva soltanto respiro di brace ma il tronco m'appese
-sospiri e mani ad un ramo-
Chiedermi ora se fossero sabbia mi fanno danzare penisole in dubbi e
giacché non m'inebriano rose e magnolie
distolgo lo sguardo che volta a ponente
smussandone l'angolo che al centro chiama
così

e non si sa dove










Le fronde degli ultimi invecchiati abeti



Sfoglio ogni nome che la magnolia tinge di strisce amaranto

Nell'Impetuoso esteso fiorire conto i petali socchiusi riservati 
-ultimi innevati abeti-
mentre i boschi fan sorseggiare fragole primule e viole.
I bucaneve all'alto d'alpe scavano le vie per arrivare al sole che
sulla pianura e alla bassa incombe come guardiano di vite e vittorie
Sbattono le fronde degli ultimi invecchiati abeti
mentre il silente sguardo d'inebrianti rami bisbigliano la stanca poesia









Mi sei alto



Mi sei alto

e con unghie di gatta m'allungo
Scarto il dolce pennellare del sorriso che tinge labbra nascoste e 
ad ogni passo lento delle mani mi intingo al vibrare dei morsi
Quella del bacio nel bosco non è più favola 
- la principessa porta jeans e un 36 -









                                                                     


M'imbatto nei sorsi




Liberi i salici a piangersi un dolo
nel piatto inatteso d'un bianco di pezza - m'imbatto nei sorsi che urto a ogni dove -
e libero è il pianto di antiche novelle ove c'ero e non v'ero
ma vero era il seme










                      


e tu soffia

e tu soffia
fino a che il faro lancia luce al fondo
gonfia di storie d'eroi e di navigli che comandare l'onda non seppero fare

e giacciono lì

anfore intatte adagiate su coralli - quelli rossi
che sanno stare al collo di chi immergersi non sa -



                                                        

Fiori bianchi ai sandali



Fiori bianchi ai sandali fan sole alla mia pelle
- a gigli e antichi altari sorridono questi occhi
srotolando il punto del se e del perché -
Cercano stagione le rondini nel volo
ma i versi dell'estate non danno tempo a danze
nel veder fra rovi i frutti viola in tempo





giovedì 18 agosto 2016















Createmi un'onda che mi viva addosso



Non ho facenze di diva
ma l'emozione m'attrae
Mi sento giullare in quest'impavido mondo di balocchi e Mangiafuoco
ed un Pinocchio che ora guardo di lontano

Giocare è mia fondamentale risorsa
ora che i fiori di magnolia non temono la solitudine delle foglie
quando anche le striature marcate del vivermi addosso
hanno leggere pennate
sfumate

Createmi un'onda che mi viva







domenica 14 agosto 2016








e canto d'amore


A volte la vita è ruota che gira senza raggi a non illuminar la rua
Il cielo è perfido con l'arida terra d'un suolo segnato
da strisce di carovane e di temute serpi

Riesco a intravedere il verde fra le rime ora accese
e sono le siepi fra giochi di bimbi, fra la panchina e un lampione
fra lucciole e me








venerdì 5 agosto 2016

                                                                                  
















Madri (dagli occhi viola)




e camminano dondolando le femmine mute

Labbra spente e candelabri accesi
sotto un soffitto che si fa sempre più basso
Le vedi dalle finestre che non hanno occhi
fuggire specchi anche quando son sole
preoccuparsi dei figli -loro- che abbiano giacca zaino e merenda

La sera non hanno nome
e i piccoli non hanno padre se non il sonno



















mercoledì 24 febbraio 2016













Calchi d'ombra


È per questo che devi riprendermi per mano
e portarmi in quel campo di pallone
che i giochi erano sempre verdi nei pomeriggi d'Aprile
macchiati solo di primule e viole -quelle che profumano di caramelle-
Era sempre giallo il sole sopra i cirri che non si destavano mai e
solo le rondini con l'ombra del volo calpestavano quel cielo





martedì 23 febbraio 2016











Dietro


Spera

spera solo che l'arbitrio passi su te come volare di gabbiano
ponendo il sogno dentro un vaso di Pandora fra scarti d'unghia e nubi in ovatta
che tiene calde ore in ardesia scritte col bianco
Come foglio su banco che cade a terra al primo schiaffo di vento

















Tempi d'amore


eppure c'è stato un tempo nel quale ogni giorno fioriva la rosa 
ed ogni momento era tempo per il tempo
e tu mi amavi come i vulcani le viscere della terra
Erano tempi fertili d'amore e ombre appese alle pareti
che la distanza non c'era se la cercarvi
Ora i comignoli serrano fumo
mentre il tempo disperde u
n'altra sigaretta





















Il metallo dei miei quarantanove


Le ore mi stanno a guardare e fisso il girotondo delle dita
Non hanno unghie a graffiarmi ma lo scandito battito di ciglio 
brucia sulle immagini all'ombra 
mentre si rincorrono le bestiole feline che tingono soli e lune
A volte penso a carezze mancate quando sembrava bastassero 
ed ora che mi circondano stelle e luna mi coccola il metallo dei miei quarantanove















Alla casa che mi fu casa



Penso sempre alla casa che mi fu casa
La tenda verde copriva alberi strade e negozi
ma alle prime righe della scura ringhiera erba e boschi si facevan strada
A sinistra cominciava la vita guardata da un imponente muraglia che non era a far paura 
ma a farci abbraccio e dava ombra ad un piazzale che ci fece scuola su due ruote
Guardava di sbieco il campo coperto d'estate di libellule e d'inverno di folta neve
e le nostre giornate non conoscevano mai ombra. Eravamo.




domenica 7 febbraio 2016









Solo la mano tesa degli abeti


Osservo con occhi di gatto curioso -verdi e fermi- 
se il tempo mi passa con le fredde sue bianche Tonde Tenaci
Le attendo come da bimba nel loro confuso alternarsi cambiando forma
dondolando al pizzicare in aria bigia
fra le uniche ombre bianche che il cielo a noi concede
Solo la mano tesa degli abeti



domenica 31 gennaio 2016











I sogni di una donna



I sogni di una donna si sfilano al mattino e
con garbo si ripongono sul como' per l'incantesimo del rito serale
Essenze di viola e rosa canina foltiscono le curve del guanciale
mentre il lembo del lenzuolo a grezza trama imbiondisce la sera
che diventa notte -morso nero di tarantola sul ventre-
Si fanno sonno le notti e d'iride rimagliano canti scuciti
di quando si guardava un petalo di primula farsi nudo